manifesto LLSL

LLSL – LAVORATRICI E LAVORATORI SPETTACOLO LOMBARDIA

MANIFESTO TECNICI DELLO SPETTACOLO

Siamo tutte le maestranze tecniche, siamo le persone che lavorano dietro le quinte per dare forma ad ogni tipo di evento e prodotto culturale e di spettacolo: concerti, spettacoli, film, mostre, sfilate, convention…

Siamo migliaia per un mercato ampio, che produce arte, cultura, ma anche ricchezza e, adesso che tutto è fermo e mentre molti anelano il ritorno alla normalità, noi alla nostra non ci vogliamo tornare, perchè l’emergenza ha portato in luce il nostro mondo invisibile, palesando tutte le sue contraddizioni e criticità.

 

Siamo professionisti altamente qualificati, le cui condizioni di lavoro non sono correttamente normate e che non hanno tutele specifiche per la natura peculiare del proprio settore. Indispensabili per la creazione di ogni prodotto culturale e di spettacolo, la maggior parte di noi è da sempre privata delle più elementari tutele.

I nostri inquadramenti non ci danno accesso a malattia, congedi parentali, sussidi di disoccupazione.. E riuscire ad andare ‘in scena’ per noi significa spesso accettare una routine fatta di paghe al ribasso, orari senza fine, rincorsa dei pagamenti, discussioni per aver pagati i contributi, sempre con la speranza di non ammalarsi per non perdere il lavoro, cercando di stare sempre attenti a non farsi male, laddove spesso le norme sulla sicurezza non sono rispettate, perchè richiedono tempi di lavoro più lunghi, che i committenti non vogliono accettare.

Viviamo a chiamata, e mentre in altri stati europei è riconosciuto lo statuto di intermittenti, che prevede un indennizzo nei periodi di fermo, riconoscendo la natura discontinua del nostro lavoro, qui in Italia non abbiamo alcuna forma di reddito garantito e abbiamo dovuto appoggiarci, nel periodo dell’emergenza, a sussidi straordinari totalemente inadeguati, da cui inoltre molti di noi sono esclusi perchè risultano subordinati, pur se non impiegati.

È più che mai evidente che manca da troppo tempo una vigilanza da parte degli ordini competenti sul nostro settore. Anche nel periodo del lockdown, le grosse realtà produttive e le associazioni datoriali hanno potuto difendere i propri interessi assorbendo l’attenzione e l’investimento della politica, a discapito dei singoli professionisti.

Siamo consapevoli che il nostro fermo lavorativo potrebbe durare mesi, ma speriamo di uscire da questa situazione con la consapevolezza, da parte di tutti, che servono azioni concrete sia per far fronte alla situazione contingente, che nel lungo periodo.

Chiediamo, per un cambio delle condizioni di lavoro:

– Rispetto degli obblighi di legge definiti dai contratti (rispetto delle norme di sicurezza, definizione degli orari di lavoro, retribuzione delle prove, riconoscimento delle diarie e dei riposi, rispetto dei termini di pagamento a 30gg.)

– Obbligo da parte dei datori di lavoro di versare i contributi previdenziali del lavoratore per l’intera cifra concordata ed obbligo di assunzione dei lavoratori dove richiesto, per evitare l’abuso di prestazioni occasionali e ritenute d’acconto.

– Definizione degli strumenti che permettano la semplificazione della gestione delle assunzioni, così da incentivare l’eliminazione dell’intermediazione di manodopera ed obbligo di assunzione dei lavoratori sempre attraverso Enpals, anche nell’ambito del corporate.

– Riconoscimento della natura discontinua del nostro lavoro, con un indennizzo nei periodi di “fermo disponibile” (sul modello dell’intermittence francese), con passaggio del sistema contributivo dalla suddivisione in giornate a quella in ore di lavoro, con un minimo di 7 ore giornaliere (ad oggi lavoriamo anche 15 ore di lavoro senza straordinari e quelle giornate ne valgono una sola).

– Revisione del sistema pensionistico del settore spettacolo e cultura, anche attraverso la riduzione dei requisiti minimi per la maturazione dell’anzianità pensionistica. – Garanzia della copertura assicurativa della malattia a partire dal 1° giorno di lavoro.

– Diritto ai congedi di maternità e paternità, anche in casi di genitori adottivi o affidatari e regolamentazione della reintroduzione al lavoro dopo il congedo.

Inoltre, chiediamo nell’immediato:

– Forme di sostegno al reddito per tutte le figure del settore, indipendentemente dalla forma contrattuale fino alla ripresa delle attività a pieno regime, con le corrette condizioni sanitarie, produttive e artistiche, sull’intero territorio nazionale.

– Consultazione dei lavoratori rispetto alle modalità previste per la ripartenza del nostro settore.

– Garanzia da parte del Ministero che i fondi del FUS, erogati agli Enti senza l’obbligo di rispettare i requisiti di programmazione, possano essere corrisposti in parte alle compagnie ed ai lavoratori che avevano accordi di programmazione in essere per i mesi di lockdown.

– Sospensione della tassazione della Naspi per i mesi di fermo obbligatorio a causa dell’emergenza sanitaria.

– Sospensione del pagamento del FIS per i mesi di fermo obbligatorio.

– Chiarimento sulla richiesta della CIG in deroga per gli intermittenti dello spettacolo e per i lavoratori a chiamata.

– Obbligo di versamento di tutti gli arretrati e buste paga non ancora versati ai lavoratori ed obbligo dei committenti al pagamento vista fattura delle prestazioni di lavoro del personale.


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